~JustRead™ • {BookWorld =D}

Psicopatologia delle vita quotidiana, di Sigmund Freud

« Older   Newer »
  Share  
~Chii!-Chan~
view post Posted on 22/9/2010, 22:00




image
"Psicopatologia della vita quotidiana" descrive una delle strade più celebri percorse da Freud per raggiungere l'inconscio: l'interpretazione dei lapsus, delle dimenticanze, delle sviste, di tutte quelle disattenzioni apparentemente insignificanti, così frequenti nella nostra vita quotidiana.

Psicopatologia della vita quotidiana, è una delle più note opere di Freud, in cui si interessa di chiarire le cause che stanno all'origine delle amnesie, dell’errore involontario detto comunemente lapsus e in generale di tutti quegli "innocenti" errori che nella vita di ogni giorno facciamo, senza dare nessuna speciale attenzione, e che occultano fenomeni psichici ben chiari e profondi.
Dimenticanza dei nomi propri: In genere l'uomo si scorda di moltinomi, specialmente di quelli propri.

In tali casi, in aggiunta al fenomeno della dimenticanza, entra in gioco quello dello spostamento: a colui che si sforza di riconvocare alla memoria il nome scordato si presentano alla coscienza altri nomi che sono sì riconosciuti come sbagliati, ma che comunque continuano a imporsi con grande insistenza.


Il processo che deve riprodurre il nome che si tenta di trovare è spostato.

Il punto di partenza da cui inizia Freud è che quest'ultimo meccanismo non sia lasciato all'arbitrio psichico, ma segua strade a loro volta definite da leggi ben pertinenti.

I presupposti della dimenticanza di un nome, seguita da falsi ricordi sono di conseguenza: una certa disposizione a scordarlo, un processo di controllo verificatosi poco prima, la possibilità di stabilire un'associazione esteriore tra il nome in questione e l'elemento represso.

Quest'ultimo presupposto non deve essere più di tanto stimata eccessivamente, dato che nella maggior parte dei casi dipende dalle insufficienti richieste di associazione logica, ispirate dal nome.
Un esame esaminato mette in rilievo come l'elemento tolto e quello nuovo siano messi in comunicazione da un'associazione esterna e di conseguenza abbiano un legame nel contenuto.

Lapsus verbali: Gli esperti concentrano gli esempi di lapsus verbali, classificandoli in scambi, presonanze o anticipazioni, risonanze o posposizioni, contaminazioni, sostituzioni.
L'ipotesi che un meccanismo assomigliante a quello che abbiamo comprovato per la dimenticanza dei nomi possa avere parte anche nei fenomeni di lapsus verbali, può condurci a un’analisi più profonda e meglio fondata di questi ultimi.

La confusione del discorso che si presenta come lapsus verbale ha origine in primo luogo dall'influenza di un'altra parte dello stesso discorso, così dal suonare in anticipo, viceversa da una seconda versione all'interno della proposizione, o del discorso che si intende proferire.

La contemporaneità dell'eccitamento rappresenterebbe l'elemento comune ai due tipi di formazione dei lapsus verbali, mentre la differenza consisterebbe nel porre il disturbo all'interno o all'esterno della frase.
Il lapsus va compreso come una riproduzione inconscia, che non va trascurata, ma che al contrario ha dense implicazioni con la vita subconscia dell'individuo.

Azioni sintomatiche e perdita degli oggetti: Freud riparte le azioni sintomatiche o causali, che potrebbero essere riunite a seconda che si verifichino normalmente, costantemente sotto determinate circostanze, oppure siano separate.

Le prime, come giocherellare con la penna, attorcigliare la barba, sono simili a vari tipi di tic nervosi, tanto che vengono trattati assieme a questi ultimi.
Nel secondo gruppo Freud introduce tutte quelle azioni meccaniche che si fanno con un oggetto in mano: fare scarabocchi con la matita, far suonare le monete in tasca, strofinare l'abito che si indossa, ecc.

In genere, quando si fanno queste azioni non se ne vedono gli effetti; tutto ciò che si fa, senza rendersene conto è meritevole di approfondimento: ogni minimo particolare, ad esempio un bottone non legato, indica che la persona non vuole dire in linea retta qualcosa, e che per lo più non sa nemmeno di dire.

Tra i molteplici comportamenti sintomatici una delle più assidue e abituali, è quella del smarrire alcuni oggetti, cui teniamo in particolar maniera.
Questo fatto va compreso come una fantasia subconscia di colui che patisce la perdita.
Di solito è solo l'espressione del poco valore dell'oggetto smarrito, un'avversione celata per la cosa, per la persona da cui giunge o che l'oggetto in questione ci fa ricordare.

Lo smarrimento di oggetti di valore è utile a esprimere molteplici moti affettivi; essa raffigura allegoricamente un pensiero scostato, pertanto ripete un'esortazione che si preferirebbe non sentire; oppure, principalmente, è un sacrificio alle "oscure potenze del destino", il cui culto non è ancora spento neppure tra di noi.


Edited by *Sereh* - 9/1/2011, 21:57
 
Top
0 replies since 22/9/2010, 22:00   50 views
  Share